Fino al 19 luglio nell’atrio centrale dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine sono in mostra gli scatti che documentano Cantieri in città 2.0 – progetto del Comune di Udine, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e gestito da Codess FVG Area Nuovi cittadini in partenariato con Aracon, Caritas Diocesana, Centro Balducci e Consorzio il Mosaico e in collaborazione con IAL FVG ed ENAIP. Il progetto ha coinvolto piccoli gruppi di cittadini stranieri richiedenti asilo ospitati in accoglienza diffusa nel Comune di Udine. La mostra rientra fra gli eventi organizzati per la Giornata Mondiale del Rifugiato.

Manutenzione del verde nelle piazze e nei parchi pubblici cittadini, realizzazione di orsetti e libri tattili per i bambini dei nidi comunali e del reparto di Pediatria di Udine, attività di cucina e servizio di sala presso la mensa per i poveri, tinteggiatura di spazi pubblici… Sono le attività di pubblica utilità e di utilità sociale prestate a titolo volontario e gratuito dai richiedenti asilo ospitati nel Comune di Udine e documentate dagli scatti in mostra fino al 15 luglio presso l’Ospedale di Udine per la Giornata Mondiale del Rifugiato. Protagonisti, piccoli gruppi di cittadini stranieri in accoglienza diffusa (progetti SPRAR o CAS) inseriti nei percorsi di formazione e lavoro di Cantieri in città 2.0, progetto promosso dal Comune di Udine, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e gestito da Codess FVG Area Nuovi cittadini in partenariato con Aracon, Caritas Diocesana, Centro Balducci e Consorzio il Mosaico e in collaborazione con IAL FVG ed ENAIP.

Cantieri in città 2.0, realizzato a cavallo del 2018 e 2019, si articola sinteticamente in due fasi: un percorso formativo a cura di enti certificati volto a rafforzare la conoscenza dell’italiano e ad acquisire nozioni indispensabili sulla sicurezza e competenze professionali di settore (manutenzione del verde, ristorazione, sartoria); una formazione in situazione, con attività di cura del patrimonio pubblico svolte sotto la supervisione di preposti selezionati fra i cittadini residenti disoccupati o in cerca di occupazione, appositamente formati al ruolo e regolarmente retribuiti.

Obiettivo della formazione, improntata all’approccio dell’imparare facendo, è stato impegnare i cittadini richiedenti asilo in un percorso finalizzato che li responsabilizzasse verso i obiettivi precisi e concreti durante la permanenza in città; indirizzarli a una formazione professionale certificata indispensabile per immettersi in un mercato del lavoro regolare, tanto in Italia quanto in altri paesi europei; ma anche – ugualmente importante – metterli a contatto con la comunità che li accoglie, con la sua cultura del lavoro, del rispetto delle norme e del bene comune, rendendo concreta una possibilità virtuosa di interazione con la comunità ospitante, che sia visibile anche ad altre persone nella stessa condizione.

Nei confronti della comunità, il progetto aveva il senso di restituire alla cittadinanza, in termini di servizi prestati, l’impegno sostenuto per l’accoglienza e mostrare ai cittadini che un’accoglienza ben governata può essere vantaggiosa. Per questo, i richiedenti asilo sono stati coinvolti in servizi di pubblica utilità proprio nei luoghi in cui la loro presenza risulta più critica per l’opinione pubblica – parchi, piazze, vie cittadine – e in attività di utilità sociale, come il servizio alla mensa dei poveri e la collaborazione con associazioni di volontariato. Con questo spirito, e con la volontà di trovare occasioni positive di scambio e incontro con la comunità, a giugno gli allievi di Sartoria hanno donato al nido d’infanzia comunale Cocolar e all’ABIO (Associazione per il Bambino in Ospedale) i libri tattili e gli orsetti realizzati durante il corso.