Pubblichiamo il video SIAMO FORTUNATI, promosso nel 2018 dal Comune di Udine e dall’Associazione Nuovi Cittadini Onlus nell’ambito del progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), in collaborazione con Codess, Aracon, Oikos, il Mosaico, Caritas, Centro Balducci, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato svoltasi a Udine il 20 giugno 2017.
Il video, a cura di Paolo Comuzzi e Andrea Trangoni, nasce con l’intenzione di condurre un’indagine sul percepito da parte della cittadinanza sui temi della Giornata Mondiale del Rifugiato tramite la raccolta di brevi interviste e l’elaborazione in un montaggio della durata complessiva di trenta minuti.
Il punto di partenza è molto semplice, a tutti gli intervistati sono state poste tre domande, ossia, “Se dovessi partire all’improvviso sapendo che non tornerai più che cosa porteresti con te? Che cosa ti mancherebbe di più del tuo paese? Che cosa chiederesti al nuovo paese in cui arrivi?”. L’idea è quella di porre, se non altro idealmente, gli intervistati italiani nei panni delle persone che fuggono dai loro paesi d’origine, chiedono asilo e cercano di ricostruire la propria vita in un mondo del tutto nuovo. Alle risposte degli intervistati europei abbiamo accostato le risposte alle medesime domande degli intervistati non europei, persone che davvero sono fuggite dai loro paesi d’origine e, abbandonato tutto all’improvviso, davvero hanno affrontato il tormentato viaggio per arrivare in Italia.
Il video non parte da tesi preconfezionate e non vuole fornire risposte, semmai auspica di suscitare interrogativi, stimolare riflessioni e porre dubbi. Mettersi nei panni degli altri ci costringe a ripensare quelle che consideriamo certezze acquisite, dati di fatto immodificabili, ma che, a ben vedere, possono risolversi in illusioni o presunzioni. Mettersi nei panni degli altri ci muove all’empatia, alla comprensione delle difficoltà altrui, di quei problemi che un giorno potrebbero essere i nostri, vissuti sulla nostra pelle, come in tempi non troppo lontani furono vissuti dai nostri antenati, emigrati a milioni all’estero. Mettersi nei panni degli altri ci aiuta a recuperare la memoria di quello che eravamo e ad accogliere e comprendere, oggi, l’altro da noi.